SABLÈS AU CHOCOLAT

La musica esprime ciò che è impossibile da dire e su cui è impossibile tacere.
(Victor Hugo)
Ero in giro in città a fare acquisti musicali (bacchette e spartiti nuovi …) quando lungo il percorso l’occhio è caduto su alcuni fogli strappati e ingialliti dal tempo. Vecchi spartiti di pianoforte abbandonati sotto cumuli di foglie secche, sul ciglio della strada. Note fittissime accompagnate da un brano in tedesco. Li ho raccolti subito quasi fossero stati scritti su fogli d’oro e adesso li custodisco gelosamente.

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MUFFINS ALLA RICOTTA, CANNELLA E ARANCIA

[…] e il mio Maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire.
(Franco Battiato)
Fino a non molto tempo fa, quell’ambiente della casa chiamato cucina, era per me un luogo misterioso e sconosciuto, che infondeva un discreto disagio e dal quale era prudentemente meglio tenersi alla larga. Vi entravo solo per il tempo stretto e necessario ad ottemperare al mio ruolo di elemento femminile della casa e garantire la sopravvivenza alimentare a tutti gli altri componenti della famiglia.
E’ evidente ch’io stessi facendo un enorme errore di valutazione.

CORCHIANO, IL SILENZIO CHE ARDE

Ci sono silenzi che si riescono a toccare. Silenzi che sono assordanti e silenzi che ardono, di legna nei caminetti accesi.

Quest’ultimi si ascoltano tra i vicoli di paese, nell’eco che rimbalza tra le antiche mura di tufo e i passi dei rari avventori che vi si aggirano. Sono silenzi che raccontano del buio precoce dell’inverno, che fa rincasare e accendere il camino, della cena riscaldata ancora alla vecchia maniera, di parole scambiate sul crepitio della legna.

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RIBOLLITA TOSCANA

Sette cose fa la zuppa: cava fame e attuta sete; empie il ventre e netta il dente; fa dormire, fa smaltire e la guancia fa arrossire.
Detto popolare
Torno da qualche giorno trascorso in Toscana. E’ una terra bellissima che parimenti alla mia ha il culto della buona cucina e conosce appieno il senso della condivisione di una tavola. Spesso mi è capitato di ritrovarmi in ristoranti o agriturismi in cui esisteva un’unica rustica tavolata, ricca e ben imbandita, a cui i commensali, sconosciuti fra loro, erano invitati a sedersi per gustare insieme lo stesso cibo. Ciascuna persona si ritrovava così di fronte ad un buon pasto sola con la propria individualità e il proprio volto ed era chiamata a condividere con gli altri la propria vita e i beni della terra…