Quando pensi di essere arrivato è invece proprio da quel punto che devi ricominciare …
Questa cosa qui pare l’abbia detta P. Bocuse. Forse non con le stesse parole, ma il concetto era proprio quello. Forse anch’io non l’ho mai espressa in questi termini, ma so bene di aver avuto la certezza di questo stesso concetto ben dentro di me. E qualora non l’avessi mai avuta o pensata, è intervenuta la vita a ricordarmela.
Una vita, la mia, fatta non di grandi sorprese, né di svolte epocali, ma sicuramente costellata di tante variazioni e cambiamenti da farmi spesso ricominciare da capo. Di recente è capitato grazie a quell’affare dotato di obiettivo che, da un po’ di tempo a questa parte, pare sia diventato il mio quinto occhio. E se dico quinto intendo proprio quinto, ché madre natura me ne ha donati due, come a tutti voi, ma i miei erano un po’ malconci e quindi già ne avevo dovuto aggiungere un altro paio in vetro prima che quest’ultimo arrivasse anch’esso a cercare di farmi vedere bene le cose. Il mio quinto occhio dicevamo si è recentemente rinnovato subendo un upgrade, come direbbero oltreoceano, che neanche nelle mie migliori fantasie sarebbe stato possibile. Ed è proprio quando pensavo di saper già un po’ di cose che ho dovuto iniziare ad impararne di altre, poiché per me è stato come passare dal condurre una bicicletta ad guidare una Ferrari. Ecco quindi l’ennesima sterzata alla mia vita.
L’ennesima meno uno si era già concretizzata qualche anno fa quando oltre a fare l’architetto, che è nelle mie corde e nelle somme di ben trentanove esami sostenuti in accademia, mi sono ritrovata a far la blogger. E mi ci sono ritrovata in cucina, nel luogo più impensato e impensabile che ci potesse essere per l’allora me stessa. L’ennesima più uno invece si è avvicendata pochi mesi fa. Un attimo prima che Babbo Natale si prodigasse per l’upgrade del quinto occhio, quando sono iniziate, non una, ma ben due collaborazioni per riviste di carta stampata e ho realizzato che oltre a fare l’architetto per camparmi la vita avrei potuto anche scrivere e fotografare di cucina e camparmici lo stesso.
Insomma a somme fatte la vita mi ha rocambolescamente ingarbugliata in tutt’altra attività lavorative da quelle a cui ero arrivata e mai mi sarei figurata di vedermici dentro. A dire il vero neanche la mia mamma ancora mi ci vede, come quando le dico che sono sulla copertina di una rivista di cucina e lei, che pur non ha occhi malconci come i miei, la guarda, la rigira tra le dita e candidamente esclama che la mia foto, intendendo me stessa e non un mio scatto, proprio non la vede. E allora mi tocca ricominciare da capo, anche qui, a spiegarle che dietro quelle pagine di carta stampata, esiste un volto sì, ma quello della mia redattrice che mi incarica di cucinare, fotografare e perfino scrivere le ricette del giornale. E a forza di ricominciare da capo da dove si era appena arrivati, anche i miei amati colleghi ed amici di un tempo ci han preso gusto e, pur di iniziare di nuovo, mi inviano curricula esilaranti in cui abbandonano le vesti consuete di architetti per proporsi come assaggiatori ufficiali o aiutanti di set. E Dio solo sa quanto vorrei averli con me. Tutti insieme, come ai vecchi tempi in cui ci sentivamo architetti affermati e arrivati e certamente non lo eravamo affatto.
Così mio caro Bocuse, tu avevi proprio ragione, chè il trucco della vita sta proprio nel non sedersi mai sulle proprie conquiste, ma alzarsi e imboccare tutte le enne varianti che essa stessa può suggerirti. E chissà che un giorno io non finisca a scrivere un libro come qualche azzardosa lettrice mi chiede o a tenere dei workshop di fotografia come qualche altra vorrebbe. Certo dopo esser stata tante cose l’unica strada che ancora non ho percorso fino in fondo è quella che mi vede seduta insieme alla mia batteria, ma questa è un’altra storia e per essa c’è ancora tempo, prima di vederla chiudersi con un bel palcoscenico.
Per ora quindi mi limito a star seduta qui, davanti a questo piatto di tagliatelle al farro e ceci, bello fumante, ché è l’unico punto di arrivo da cui non bisogna scappar via …
Un ringraziamento speciale va: in primis a Babbo Natale per la Ferrari che devo ancora imparare a guidare, poi alle ragazze di Heyfoo per il loro supporto e i doni speciali con cui mi coccolano e certamente al Bed&Breakfast Caputaquis per l’olio novello buonissimo con cui questa ricetta è stata arricchita.
RECIPE
Dosi per 4 persone
per le tagliatelle al farro
100 g di farina integrale di farro
100 g di farina 00
2 uova
un cucchiaio di vino bianco
per il condimento
250 g di ceci
1,5 litri di brodo vegetale fatto in casa
1 rametto di rosmarino con annessi fiori (questo è periodo, se ne trovano piene moltissime aiuole)
un mazzetto di salvia
2 spicchi d’aglio
olio extra vergine di oliva (per me appena spremuto)
2 foglie di alloro
sale e pepe al mulinello q.b.
La sera prima mettete a mollo in acqua i ceci e lasciate riposare tutta la notte. L’indomani fateli cuocere lentamente, a fiamma, bassissima in una pentola dai bordi alti, ricoprendoli completamente con il brodo. La cottura deve essere dolce e lenta, fino a quando i ceci non si saranno ammorbiditi e avranno assorbito almeno metà del brodo esistente. Nel frattempo che si cucinano, circa 2 ore, preparate la pasta fresca. Setacciate le due farine e unitele su di una spianatoia formando la classica forma a fontana. Rompete al loro interno le uova, aggiungete il cucchiaio di vino bianco (io in genere mi regolo con la metà più piccola del guscio d’uovo avanzato) e con l’aiuto di una forchetta iniziate a sbattere le uova all’interno della fontana. Mano a mano incorporate poco alla volta la farina presente ai lati, facendo in modo che lentamente l’impasto la incorpori tutta, poi iniziate a lavorare con energia con le mani ottenendo un panetto liscio e omogeneo. Mettete in frigo per mezzora avvolto da pellicola e lasciate riposare. Trascorso il tempo aiutandovi con una macchinetta manuale per la pasta, prima stendete e tirate l’impasto, poi procedete al taglio delle tagliatelle. Nel mio caso ho utilizzato per le tagliatelle lo spessore n. 5 della macchinetta, poichè mi piacciono un po’ spesse e rustiche. Ricordatevi sempre di lasciare la pasta fresca infarinata in modo tale che non si attacchi. Quando i ceci saranno pronti, fate riscaldare in una padella sufficientemente grande a poter tenere tutta la pasta un bel giro di olio novello e due spicchi d’aglio. Aggiungete il rosmarino sminuzzato finemente (i fiori teneteli da parte) e le foglie di alloro. Quando l’aglio di sarà imbiondito, toglietelo e aggiungete i ceci cotti, lasciandone da parte qualcuno per decorare il piatto. Aiutandovi con una paletta di legno, iniziate a passare i ceci a fiamma viva, in modo tale che diventino una bella crema liscia e vellutata. A questo punto di cottura i ceci sono molto morbidi infatti, ma se avete qualche difficoltà potere aiutarvi con un mixer ad immersione. Per ultimo aggiungete le foglie di salvia e regolate di sale. Mettete su l’acqua per la pasta, appena raggiunto il bollore, salate e calate le tagliatelle al farro e scolatele ancora al dente. Versatele nella padella con la crema di ceci e salvia e iniziate a mantecare aggiungendo se necessario l’acqua di cottura della pasta. Impiattate, decorate con fiori di rosmarino e ceci interi e passate un giro di pepe al mulinello. Aggiungete in ultimo l’olio novello a crudo e servite caldo.
Ecco Francesco non so se ci sia genialità, né troppa intelligenza, sicuramente c’è tanta genuinità, la stessa che mi fa arrossire davanti a tante lodi!…
Che dire se non l’ennesimo grazie??
Le cose belle arrivano se si sa aspettare Deb! E tu certamente hai saputo farlo. Sono lieta di questa tua nuova parentesi e mi auguro che non resti tale, ma, che diventi tanto tanto di più. Si vede dagli scatti, dall’amore che trapela in ogni riga, in ogni piccolissimo raggio di luce che penetra leggero qui dentro. A presto Mel
Cara Melania io proprio non so dove andrò a finire, né a quale traguardo tutto questo mi porterà…per ora però i frutti raccolti sono pieni di belle parole come le tue e del sostegno sincero di chi come te c’è sempre nei momenti speciali. E questo credimi è già molto per questa strada intrapresa. Grazie mille. Di cuore
Oh Deb dolcissima, che bello leggere del tuo nuovo occhio e che bello vedere quello che sa farti scorgere. Ricordo la prima volta, quando grazie ad un regalo per il quale mai potrò ripagare mio marito, mi ritrovai dal destreggiarmi al volante di una utilitaria, al dovermi destreggiare sulla Bugatti delle full frame. So che farai un bellissimo uso della tua ferrari, LO VEDO GIà DA QUI. scintilla come il sole tra i rami d’ulivo, pieno di vita, vibrante.
E mentre godo di quella vista come se io stessa fossi tra i rami d’ulivo, mi prendo una forchettata o più di questa meraviglia!!!
You rock Girl!!!!!
Love you!!!! <3
Cara Rebecka. Ci credi se ti dico che ancora mi sento totalmente imbranata con questo quinto occhio? Sarebbe carino però farci un giro insieme, sulla Ferrari, con te che la sai già guidare in maniera così egregia!! Sono certa che avrei mille cose da imparare e sarebbe tanto bello imparare a farlo con te!
Grazie di tutto bella vampiressa
Hai una vita stupenda, un’intelligenza al di sopra del normale, una sensibilità straripante, una fantasia meravigliosa, un’abilità nel cogliere gli attimi, una generosità enorme per poter condividere tutte queste tue ed altre doti che possiedi. E la vivi alla grande, la tua vita, oltre ciò che narri e legata alla tua privacy che va rispettata.
Manca il palcoscenico, ma c’è ancora tanto tempo per iniziare, sperimentare e conoscere la nuova arte. Le capacità ci sono tutte e tutti le riconosciamo, le abbiamo apprese e vorremmo tanto essere bravi come te.
Non è facile cominciare da capo durante la vita, se non possiedi quell’entusiasmo come quello tuo, non è facile ricominciare se non possiedi la certezza e la fiducia in te stesso, come le possiedi tu, non è facile ritrovarsi, ogni volta che cambi abito, fisionomia, interessi, strada da percorrere, se non si possiede l’amore per la vita, come lo possiedi tu, non è facile partire dall’improvvisazione e divenire professionista, come sai fare tu, non è facile essere Debora Vivia Garra, come lo sei tu, ma, carissima, sapessi com’è bello leggerti, apprezzarti, commuoversi e voler essere capaci, come sei in grado tu, di realizzare ciò che noi tanto amiamo, ma non siamo idonei a farlo e siamo però idonei per entusiasmarci quando leggiamo questi tuoi post e ci sediamo al tavolo con te, per poter gustare, insieme, queste tue gustosissime tagliatelle. E questa è un’altra tua dote che fa da contorno alla tua genialità.