Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.
Charles Dickens
E così siamo giunti fino alla Vigilia.
Il tempo è scivolato via con la stessa velocità con cui si percepisce il passaggio dal sonno alla veglia. Un attimo ed è trascorso. In un batter di ciglia si è portato dietro progetti compiuti e incompiuti, sogni e delusioni e l’ennesimo pezzetto di me che proprio per via di questo tempo sfuggente, non tornerà più.
Natale non è uno dei miei periodi più felici. Lo confesso e forse leggendomi in questi anni lo avrete anche capito. Ed è certamente per questo motivo che faccio in modo che lavoro e trambusto quotidiano mi rapiscano i pensieri fino all’ultimo secondo prima di ogni festeggiamento. Anche se, questa volta, credo proprio aver esagerato: ho attraversato questi giorni che avrebbero dovuto essere di attesa ed euforia nascondendomi dietro millemila cose da fare ed ho letteralmente inzeppato le giornate di lavoro, così da lasciare luci e lustrini lontani, al di là dei vetri quasi fossero uno sfocato bokeh di contorno. Alla fine però mi sono distratta un po’ troppo mentre le lancette hanno continuato a girare ed i pensieri che in fondo si possono evitare hanno cominciato a scalpitare.
Così ho chiuso i battenti. Spento il pc, posteggiato l’auto, staccato il cellulare. E mi sono fermata. Finalmente. E nel momento in cui quegli stessi pensieri che vanamente avevo cercato di evitare, sono arrivati tutti, come un’improvvisa folata di vento; mi sono rinchiusa in cucina, nell’unico luogo in cui il tepore di una tavola imbandita e l’odore del forno ancora acceso riescono a calmare ogni battito, ogni fremito, ogni pungente consapevolezza.
Ho pensato che ci, mi, avrebbe fatto bene lasciarvi comunque un augurio sincero mentre vedete, seppur all’ultimo, mi aggiro piano tra le mura domestiche con qualche briciola di biscotto ancora attaccata al grembiule, i bordi delle maniche spolverate di farina e nelle tasche ancora tutti i nastrini da arricciare. Cosi vi prego siate lievi, come fiocchi di neve immacolata; buoni come burro di una frolla che si scioglie in bocca; friabili e comprensivi come un pezzo di biscotto da condividere e abbiate sempre, sempre un cuore morbido e sincero, rosso di amor proprio e di amore per il prossimo. Siate gentili anche oltre questi giorni e questo tempo di festività: amarezza e rancori non arricchiscono nessuno ma rubano solo istanti preziosi di vita. È l’augurio che faccio ai miei bimbi e lo rivolgo a voi che, se mi state leggendo, quel pezzo di me lo portate dentro. Rubate un biscotto e siate felici e di questa gioia ne gioirò anch’io.
Buon Natale!
RECIPE
(ricetta liberamente rielaborata da Chiarapassion)
250 g di farina tipo 2 di grani teneri rimacinata a pietra
150 g di farina di mandorle
200 g di burro morbido di panna centrifugata
100 g di zucchero di canna
1 uovo grande
1 cucchiaino di cannella
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
buccia grattugiata di 1 limone
una presa di sale
confettura di lamponi
zucchero a velo q.b.