La fantasia è il burro, ma perché sia produttiva bisogna spalmarla su una fetta di pane.
(Italo Calvino)Ode allo strutto
Tempo fa tra queste pagine si discorreva di alimenti e ingredienti del cuore. C’è chi come me tesseva le lodi di pane, pasta e pizza etichettandosi come una donna da tripla P e chi di rimando si definiva una PBLM (pane-burro-latte e miele). Di fatto i due modi di essere possono andare molto d’accordo tra loro: nessuna delle due parti infatti potrebbe negare all’altra l’indiscutibile bontà di una baguette calda spalmata col burro. Ma il trait d’union tra le due donne in questione è sicuramente lo strutto.
Avete mai provato lo strutto voi? Ammetto di averne sempre avuto uno riottoso timore e credo fosse dipeso unicamente dall’ allitterazione di quelle tre T che ne rendono il nome duro e spigoloso, tutt’altro che in linea con l’essenza stessa di questo ingrediente. Certamente burro è un vocabolo che la dice lunga sulla scioglievolezza delle cose al cui confronto la parola strutto suona più come un pugno sullo stomaco. Chi vorrebbe mai assaggiare un sapore che risuoni sgradevole all’udito prima ancora che al palato? Si dice che molte persone mangino prima con gli occhi; io di certo, fino a qualche tempo fa, mangiavo ancor prima con le orecchie e tutto ciò che a nominarsi mi suonava strano era automaticamente bandito.
Per fortuna di tutta questa storia c’è stato in effetti un gran ricredersi. Proprio grazie alla donna paneburrolatteemiele e al suo ricettario, tra le cui pagine ho scoperto per caso la “malsana” idea di preparare una frolla con lo strutto appunto. Avreste dovuto vedere la mia faccia quando ne ho aperto per la prima volta una confezione e il cucchiaino è affondato in quella cremosissima massa immacolata e setosa della vaschetta. Già il suo colore bianco latte mi aveva conquistata. Ma provate, vi prego a fare una frolla per biscotti o pasticcini e provatela con lo strutto….
Scioglievolezza
Lo strutto, più che il burro, dovrebbe chiamarsi così. Sciglievolezza. Perchè credetemi dall’uso di questo ingrediente ne vengon fuori di cose che il cuore e il palato non potranno mai dimenticare.
La frolla ad esempio ne guadagna in delicatezza nel sapore – cosa che il burro spesso non conferisce – in friabilità e fragranza – non tende a indurirsi nel tempo – e perfino in quella corposità tipica che solo un pizzico di lievito, come faceva mia nonna, riesce a conferire. Certo una frolla con lo struzzo richiede certe accortezze nella lavorazione dell’impasto che frolle all’olio di semi o solo burro non richiederebbero, ma per fortuna basta esser muniti di un ripiano del freezer libero, per riuscire a renderla tenace ed elastica quel tanto che basta per sbizzarrirsi con intrecci e decori. Per poterla utilizzare a “pacchetto” o sandwich, che di si voglia, e per ogni altro vostro esperimento natalizio.
Quando una volta cotta finirete con assaggiarla, capirete come quel cucchiaino di massa bianca e cremosa, possa riconciliarvi con il mondo tutto, regalandovi ad esempio dei biscotti profumatissimi e scioglievoli al palato, degni delle migliori pasticcerie di questo pianeta. Meglio ancora se farciti con creme, composte o semplici confetture di lamponi, come nel mio caso.
Meglio ancora di più se accompagnate il tutto con un vino rosso aromatico, dolce, armonico, floreale e fruttato, con tipico aroma muschiato come il Brachetto d’Aqui Fiocco di Vite . E visto che siamo ormai a Natale, fatevi un regalo e concedetevi di realizzare questa ricetta, e poi diteci, anche voi, di che ingrediente siete fatti??
RECIPE
dosi per circa 20 biscotti
(ricetta della frolla di Rossella Venezia alias PBLM)
Eccomiiiii PBLM 🙋🏻♀️ presente!!!!
È incredibile che io ´sta frolla geneticamente e a doppia mandata imparentata con me l’avessi sgamata a colpo d’occhio ve’? 😍😍😍
Adoro questa tua versione e tra i pregi di questa frolla aggiungo una frase di mia mamma «come si stende bene una frolla allo strutto nient’altro al mondo» 😉 ❤️
Ciaoooo
Ehh le mamme come sempre hanno ragione e poi mi ricordo che Lei era una di quelle che il burro lo sa apprezzare, il che la dice lunga sua “saggezza di famiglia”!
Ad ogni modo la tua frolla, quando cerco qualcosa di “scioglievole” e confortante la rifaccio sempre e mi da proprio grande soddisfazione. Peccato solo esservi arrivata così tardi… ma faccio in tempo a recupeare molte altre cose: grissini, piadine, brioche, focacce ecc… Magari prossima volta che ripassi a Roma, te le preparo nella mia cucina, nell’attesa di venir a vedere la tua! ;-))
baci cara