Che cos’è l’Amor…
Nei paraggi di questa cucina, vivono due pesci: uno rosso sbiadito, direi quasi bianco, ed uno nero. Li hanno voluti e scelti due bimbi: il Poeta ed il Vichingo. Quello rosso sbiadito, all’inzio si chiamava Tremolino, poi visto che bisognava dare un po’ di incoraggiamento a lui e al bimbo che lo aveva scelto così (manco a dirlo, il Poeta) il suo nome è mutato in Winter, per via di quella strana tendenza da pesce rosso a scolorire in bianco. L’altro invece, manco a dirlo, si è sempre chiamato Bomb.
Winter e Bomb sono l’uno l’opposto dell’altro. Discreto e remissivo Winter, caciarone e conquistatore Bomb. Vivono nello stesso acquario, circondati da poche sparute palme di plastica e tante conchiglie bellissime proveninti del Madagascar. Da quando si sono conosciuti, pur condividendo la stessa casa, sono andati sempre ognuno per la propria acqua. Bomb è prepotente e quando arriva il mangime, si fionda sempre per primo a racimolare le parti migliori. Winter arriva dopo, quando Bomb è sazio a mangiarsi gli scarti. Bomb è irruento, irrequieto: vira, dribla, non sta fermo un attimo: mille volte al giorno, su e giù per l’acquario, le pinne sempre in continuo movimento. Winter è placido, lento, riflessivo. Contempla le conchiglie, si sgranchisce un po’, si affaccia a pelo d’aqua ad ascoltare i rumori dall’esterno. Sembrano ignorarsi … eppure nel loro mutismo di pesci, Winter e Bomb si sono detti molto.
Poi è successo un giorno, durante il cambio dell’acqua, che Winter spiccasse il volo dal retino, spiegando le proprie pinne sbiadite come fossero ali di gabbiano, ignaro del fatto che col caro pennuto avesse in comune solo il candore e certe aspirazioni di libertà, non certo l’arte di librarsi in volo. Così è successo che abbia preso una gran botta, tornando ad essere, nella tristezza e nella preoccupazione generale di tutta la cucina, un pesce rosso, sbiadito e tremolino. Tanto tremolino. Dall’incauto volo, Winter è tornato alla sua acqua e a Bomb, con una branchia immobile, un occhio nero, tante ammaccature e le aspetttive di vita, purtroppo, ridotte al minimo. Le belle conghiglie del Madagascar gli hanno offerto riparo e lì si è adagiato, silente e stanco, con piccoli sussulti di vita.
Bomb lo ha guardato per qualche minuto da lontano, poi ha fatto una lunga virata per tutto l’acquario, bocchegiato un ultimo pezzetto di mangime e come se nulla fosse è tornato a dar fastidio a Winter. Ha iniziato a pungolarlo col muso sul suo lato sano. Winter ch’era rimasto tremante e strodito fino a quel momento si è mosso: pochi secondi e pochi guizzi, prima di tornare ad afflosciarsi di nuovo in un angolo. Bomb è tornato alla carica: a colpi di pinna e coda, non ha lasciato che si abbandonasse per un solo istante. Lo ha fatto riposare, ma mai addormentare; gli si è attaccato alla coda come a voler recuperare tutto il tempo che avevano trascorso divisi pur nella stessa casa. Lo ha smosso, solleticato e sostenuto in ogni tentativo di nuoto con quella branchia immobile, l’occhio nero e le tante ammaccature.
Poi Il tempo è passato e nello stupore generale, quelle aspettative di vita che per un volo non previsto si erano così ridotte, son diventate invece minuti, poi ore, poi giorni. E in tutti questi giorni Bomb non ha lasciato solo Winter neanche per un secondo. Dopo la sua ultima boccata di mangime, ha riempito della sua irruenza le parti dolenti di Winter e queste a poco a poco, col passare del tempo, hanno ripreso tutte le loro funzionalità. La branchia è tornata a respirare, l’occhio a vedere, le ammaccature si sono affievolite, tanto da consentire al pesce, rosso sbiadito, di tornare ad affacciarsi a pelo d’acqua, per sentire rumori dall’esterno.
Nei paraggi di questa cucina, vivono ancora due pesci e, chiamatela pure suggestione o se preferite sentimentalismo, ma questi due pesci sono: uno nero ed l’altro, ormai, quasi del tutto rosso.
RECIPE
(dosi per circa 12 rose)
2 fogli di pasta sfoglia (o brisé) rettangolare
5 mele annurche
crema pasticcera aromatizzata alla cannella (trovate la mia ricetta qui)
2 cucchiai di cannella in polvere
una noce di burro
il succo di un limone bio microfiltrato
zucchero a velo per decorare.
Lavate le mele e spaccatele a metà. Con la punta di un coltello piccolo, privatele del torsolo. Affettate poi ciascuna metà in maniera uniforme e sottile. Ciascuna fetta non deve essere più spessa di 1/2 mm. In una padella distribuirte le fettine di mele così ottenute, unite il burro, i due cucchiai di cannella in polvere e il succo del limone e a fuoco bassissimo, lasciate andare per pochi minuti. Girate di tanto in tanto. Scopo di questa operazione è quello di rendere più morbide le mele, tanto da poterle modellare. Non devono per cui stare molto, altrimenti di sfaldano e sono inutilizzabili. Quando pronte, togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Preparate uno stampo da muffin (o da 6 o da 12 a seconda di come lo avete) sistemando i pirottini di carta in ciascun alloggiamento. Aprite e stendete sul lato corto la pasta sfoglia. Con l’aiuto di una rondella tagliatela in strisce da 5 cm di altezza ciuscuna: con un foglio di pasta sfoglia ne vengono esattamente 6. Procedete allo stesso modo con il secondo rotolo. Su ogni striscia spalmate un velo di crema pasticcera (non esagerate perchè fuoriesce in cottura e rovina l’effetto della rosa) e quando le mele saranno fredde, disponete ciascuna fetta nella parte alta della striscia facendo attenzione che si sovrapponga un po’ alla precedente e che sbordi dalla striscia di pasta sfoglia. Richiudete il bordo in basso sulle mele e aiutandovi con le dita arrotolate ciascuna striscia su se stessa. Descrivere il procedimeto è molto più complicato del farlo: se vi può servire, guardate questo tutorial della bravissima Chiarpassion. Fate cuocere in forno, preriscaldato a 160°, fino a quando la sfoglia non sarà dorata, usando l’accortezza di coprire le rose con un foglio di carta da forno per evitare che si scuriscano troppo con il calore. Appena sfornate, fate intiepidire e decorate con zucchero a velo. Servite subito.
mi fanno sempre tanta tenerezza i pesci rossi…ne ho sempre avuto uno durante tutta l’infanzia e l’adolescenza, addirittura ne ho avuto uno che poverino non ha mai avuto un nome che è vissuto per 13 lunghi anni, viaggiando pure se necessario per seguirci durante le vacanze estive. Era incredibile, immortale, una mattina addirittura mia sorella lo trovò sul pavimento, aveva fatto un salto talmente grande da essere uscito dall’acquario, eppure non si fece nulla…tornò a nuotare come se nulla fosse!
La storia di Winter e bomb è riuscita ad emozionarmi…sembra quasi che bomb sia riuscito a riportare anche i colori nella vita di Winter 🙂
Meravigliose queste roselline di mele, dei fiori sbocciati in mezzo al verde delle foglie!!
Sei sempre bravissima deb!! Un bacione grande
L.
Cara Laura…questi pesci rossi la sanno lunga! A volte è più facile trovare lezioni di vita nella piccola quotidianeità che altrove. E credimi anche io mi sono stupita della voglia di vivere e dell’empatia dimostrata da questi due pescetti. E credimi, ogni rierimento a fatti e persone NON è puramente casuale. Sono molto affezionata a loro, così come lo sono a voi mie bellissime pancette. Tornate presto al blog, io vi aspetto.
Trovare le parole adeguate alla bellezza di questo tuo post è davvero difficile, carissima debora!!
La favola bella, che poi favola non è, la tenerezza dei sentimenti che passano attraverso la mente e gli occhi e giungono fino al cuore, le tue foto, quadri d’autore, la gustosità di questa tua proposta dolce, tutto contribuisce a portarti, d’incanto, in un mondo fantastico nel quale l’unica vera e grande realtà è l’amore con cui scrivi, fotografi e racconti per noi.
Grazie per questo meraviglioso intervallo di vita che ci regali!!
Grazie a te Francesco della stima e delle belle parole che sempre mi regali!!