I mattini porpora e viola con brezze che appena si sentono,
La mite luce infinita che nasce a poco a poco.
(Walt Withman)Giorni senza tempo.
Che giorno è? Dove siamo? É già sera o è ancora pomeriggio? Scendo dal letto? No dai, ci rimango ancora un po’. Sono giorni senza tempo questi: neanche mi accorgo che è passato un anno. Ma in fondo è questa la bellezza intrinseca di ogni festività natalizia che si rispetti: perdere la cognizione di luogo e spazio, rimanere sospesi nel limbo delle cose casalinghe. Alternare pigiama a grembiule e poi di corsa il rossetto rosso e qualche brillantino per uscire, viziarsi, godersi la città. Indossare i tacchi alti per una cena infrasettimanale, vedersi con gli amici senza l’angoscia della sveglia e poi poltrire sul divano per intere giornate. Fare colazione alle 15 del pomeriggio con gli avanzi dolci del giorno prima.
Non sono tipo da grandi abbuffate, ma qualche coccola in più in questi giorni me la concedo. Lascio che sia il tempo nella sua ambiguità a dettare il ritmo e mi sorprendo sempre quando realizzo che posso avere intere mattinate per impastare, veder lievitare, attendere con la giusta calma il gonfiarsi di un impasto. Nessuna fretta, solo il battito dei miei pensieri a contare i minuti.
Di blog ce n’è uno solo
Nella lentezza di queste ore è sempre un piacere tornare a scrivere qui. Di blog in fondo ce n’è uno solo. Questo: il proprio . Il mio rifugio peccatorum, il diario di tutte le ricette che in questi anni, in questa vita hanno costruito la mia personalità culinaria, ma non solo. Sono pagine bianche su cui trascrivo pezzi di vita e ritrovo me stessa sempre più spesso in queste parole trascritte, che davanti ad uno specchio. Specialmente se ho tempo per lasciar scorrere le dita lungo la tastiera e i pensieri insieme ad esse.
Così oggi che mi ritrovo a parlarvi di queste strepitose patate viola, penso anche a quanto bene faccia rallentare tutto. Fermarsi e mettere un freno ai ritmi incalzanti degli ultimi e di tutti i giorni. Quanto bene fa la pigrizia? A me arriva improvvisa, prepotente, a volte accompagnata da qualche linea di febbre. E poi quando proprio il mio organismo non ce la fa più, decide lei e mi atterra per un’intera giornata.
Il bello di queste feste è che della pigrizia si possa farne il proprio state of mind senza alcun senso di colpa. Anzi con un lieve e sottile brivido di piacere: intere giornate vuote, senza obblighi o impegni. Alcune trascorse ad oziare, altre ad impastare appunto. Così vorrei portarvi all’attenzione questo panbrioche, realizzato ben 7 anni fa sempre su questi schermi, ed oggi rivisto e rivisitato grazie all’uso delle patate viole gentilmente offerte dalla mia amica Mirca e dalla sua azienda agricola diffusa Semetella.
Non è un lievitato difficile o lungo, si realizza facilmente ed offre una buona alternativa per qualcosa di dolce o di salato. Potrete realizzare un’unica pagnotta o farne una ciambella e se riuscite ad usare le patate viola, vedrete che morbidezza e colore vi stupiranno. E’ il tipo di lievitato perfetto se le vostre ore di questi giorni sono pigre almeno quanto le mie!