Per anni sono stata la Geometressa di Ikea.
La professione dell’architetto, soprattutto se svolta da libero imprenditore di se stessi, è una professione che non paga nel senso letterale del termine. A dispetto delle varie leggende metropolitane che ci vogliono equiparati a dentisti e notai, noi architetti abbiamo quasi sempre le cosiddette francesissime “pezz al chiul”.
È per questo motivo che tempo addietro, ho abbracciato con entusiasmo e gioia (si fa per dire) la ben più remunerata e divertente professione della Geometressa Ikea. C’è da dire che chiunque conosca un minimo la psiche dell’architetto, sa bene che sentirsi dare del geometra provoca l’imminente comparsa su tutto il corpo di bolle viola alla Maga Magò, ma pur di contribuire in modo onesto e costante al bilancio familiare, la sottoscritta si è turata il naso, armata di fondotinta e per ben 7 anni ha impersonato il ruolo richiesto.
Sì perchè, ve lo giuro, in sette anni di onestissima carriera, non c’è stato verso di far capire a chi di dovere che i consulenti esterni per il rilievo delle cucine, erano fanciulle dotate di laurea quinquennale e abilitazione e non grossi e nerboruti geometri, metà facchini e metà scaricatori di porto, così come venivano presentati ai clienti dal desk del famoso negozio svedese. Il massimo che si è riusciti a conquistare è stata la declinazione al femminile del blasonato titolo di geometra, coniata dal figlio di uno dei tanti clienti, cui va riconosciuta la simpatia e l’originalità del titolo. Geometressa di Ikea, appunto.
Ordunque, tale ambitissimo mestiere di Geometressa Ikea consiste fondamentalmente nel girarsi mezza Roma e dintorni, per entrare nelle case dei futuri acquirenti di una cucina Ikea ed eseguire per loro il rilievo dell’ambiente in cui vedranno presto montata la loro Ringhult o Bobdyn. Una vera figata insomma!
Per sette lunghissimi anni, insieme a quella che è e rimane la mia vera professione, ho svolto con pazienza, gentilezza e precisione, anche questa attività. Ma a breve, dopo tutti gli sforzi profusi e l’impegno dedicato a questo servizio, sarò cordialmente scaricara.
Eppure vedete, mi ci ero affezionata a questa strampalata routine, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Ma soprattutto mi ero affezionata a tutte quelle casualità, singolari e divertenti, che questo mestiere, a contatto con ogni genere e fattezza di essere umano, mi aveva riservato.
Come quella volta in cui una signora mi chiese di togliere i tacchi perchè temeva che le rovinassi il suo prezioso parquet appena montato (ragionevolissima richiesta se non si fosse trattato in realtà di semplice grès…) o quando feci il rilievo alla figlia di una nota giornalista della Rai e mi toccò parlare per interposta persona con la sua agente immobiliare, perchè, si sa, una geometressa non può certo ambire a scambiare due parole con la figlia della nota giornalista della Rai!
Già so che mi mancheranno le mise di chi, forse aspettandosi un grosso e nerboruto geometra, mi ha aperto la porta con un pigiama bianco e stampe di bocche o meglio ancora chi lo ha fatto con indosso un tanga/costume nero e tanto, tantissimo e lucidissimo olio abbronzante (entrambi i personaggi non erano clientesse). Mi mancheranno i duecento chilometri ad andare e duecento a tornare solo per prendere le misure di una cucina larga 1,20 e lunga 1,80 per poi ritrovasi con la macchina incastrata lungo una trazzera di montagna senza gps e rete mobile. Mi mancheranno le cucine ancora in cantiere nonostante il macomeglieloavevodettochedovevaesseretuttofinito. Mi mancheranno le case in pieno centro storico, con tutte le pareti storte e manco un angolo dritto, ma certi soffitti lignei e quegli scorci sulla mia bella città da togliere il fiato. Mi mancherà rispondere al “Prego si accomodi geometra” con un sorriso sornione da ti spezzerei il collo e “Grazie, ma sa … sono un architetto, così giusto per specificare …”
Certo non mi mancheranno le cucine vecchie e sporche, con le pile infinite di piatti da lavare e qualche vermetto a tenerci allegra compagnia e non mi mancheranno le pedanterie di quelli con l’ansia che mi sfuggisse qualcosa che mi hanno seguita passo dopo passo, movimento dopo movimento, nelle loro cucine. Ma mi mancheranno le signore di una certa età, quelle che, a qualunque ora andavi a fare il rilievo, avevano sul fuoco il ragù per il pranzo o la zuppa profumata per la cena. Mi mancherà perfino la signora giunonica che appena entrata mi chiuse la porta alle spalle con una ventina di mandate, mentre dal suo frigorifero apparivano strani sacchetti di plastica bianca, tutti ermeticamente chiusi e ordinatamente riposti.
Insomma, di stranezze e amenità che a fare la Geometressa Ikea in giro per la città mi potrebbero accadere, me ne mancheranno molte e forse, dopo tanto tempo è anche giusto così. Chè alla fine l’unica cucina dove continuerò giornalmente ad entrare è quella in cui sto imparando a cucinare e dalla quale oggi posso offrirvi questa buonissima Galette con un ripieno di ricotta e ciliegie succose …
ps. Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale…
RECIPE
per la pasta brisé
200 g di farina 00
100 g di farina d’avena
200 g di burro freddo
1 cucchiaio di zucchero semolato
una presa di sale
acqua gelata q.b.
per la farcia
250 g di ricotta fresca di mucca
3 cucchiai di zucchero semolato
il tuorlo di un uovo
2 cucchiai di farina di mandorle
400 g di ciliegie
Preparate la pasta brisé.
In una ciotola, riunite le due farine, lo zucchero e il sale e aggiungete il burro tagliato a dadini. Azionate il mixer fino ad ottenere un composto un po’ sbricioloso, poi unite piano piano aiutandovi con un cucchiaio l’acqua gelata e iniziate a lavorare con le mani. Unite tanta aqua quanta ve ne basterà per far compattare il composto (per me circa 3 cucchiai), lavoratelo poco su un piano infarinato, poi chiudetelo in pellicola e lasciate riposare per circa 40 minuti.
Preparate la farcia.
Lavate le ciliegie. Tagliatene e denoccionatene la metà. Versare la ricotta attraverso un setaccio in una ciotola, aggiungete lo zucchero, il tuorlo e la farina di mandorle. Amalgamate bene fino ad avere una bella crema. Unite le ciliegie tagliate.
Stendete ora la pasta con un mattarello e al centro versate la farcia di ricotta e ciliegie. Fate in modo di lasciare libero un bordo di circa 4 cm tutt’intorno. Stendete bene la farcia, ripiegate sulla stessa il bordo e decoratelo con zucchero semolato. Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 20/30 minuti fino a doratura. Sfornate, fate raffreddare bene e decorate con le restanti ciliegie intere. Conservate in frigo.
La ricetta è decisamente irresistibile, corro a prepararla sperando di non fare disastri con la brisé (come sempre!).Per quanto riguarda la professione di geometressa Ikea, potrei ritrovarmi presto sulla stessa barca, a leggere sopra mi tremavano già le ginocchia..adesso ho il dubbio, cosa mi assicurerà la sopravvivenza in primis: Turarmi bene il naso prima di ‘buttarmi’ o fare scorta di fondotinta? tu che dici? :-)PS bellissimo blog
Ciao Simona, perdonami il ritardo, ma sono tornata da poco dalle ferie…beh che dire…mi fai una domanda difficile!! Io mi butterei comunque magari addolcendomi la vita con qualche galette! 😉 Grazie per essere passata e piacere di averti conosciuta!!
Ahahaah… certo che ne hai vissute di avventure ed esperienze singolari… immagino, però, quanto possa mancarti questa routine… ci si affeziona anche alle cose, ruoli, situazioni che inizialmente non sentiamo nostri, diventano poi parte delle nostre giornate e della nostra vita soprattutto quando sono fatte con passione e amore. Sono sicura che ci sono tante esperienze nuove e belle ad aspettarti, quando si chiude un capitolo c’è sempre qualcosa di più grande e bello che ci aspetta 🙂 Adoro adoro adoro le tue foto, quello che mi arriva osservandole e in una parola adoro te <3 La galette deve essere di un buono pazzesco, ciliegie e ricotta è un binomio delizioso 🙂 Un abbraccio grande spacciatrice di bellezza del mio cuor, ti stringo :**
Vale, ogni volta che mi chiami “”spacciatrice di bellezza”” mi vien da sorridere. Sei veramente una persona speciale e le tue parole, dette da chi di meraviglie ne realizza ogni giorno, mi lusingano più di quanto tu possa immaginare…grazie Tesoro
Cara bellissima geometressa, siamo convinte che potresti scriverci un libro che in pochi mesi scalerebbe tutte le classifiche 😀 Bello avere a che fare con tanta disparata fauna umana, di sicura non ci si annoiava mai!!Di cucine ne avrai viste a centinaia, ma siamo sicure che come noi avrai perso la testa per una in particolare, la tua! Qui si sfornano sempre delizie senza fine e la presentazione fotografica è sempre impeccabile e piena di fascino!
Ti amiamo architetto
Care Pancette, è vero, di cucine ne avrò viste più o meno tremila e adesso è come se si stesse chiudendo un capitolo reale per aprirsene uno “”virtuale””… In questa nuova storia, ho avuto la fortuna e l’onore di conscere tante persone: alcune di queste sono veramente speciali e importanti e si è instaurato con loro un’affinità che mai avrei creduto potesse esserci. Voi che siete il mio Bistrot preferito, rientrate indubbiamente tra quest’ ultime! Però piantatela di scrivermi cose così belle chè io qui tutte le volte finisco con il commuomermi….
wooooow! Meravigliosa questa ricetta, davvero originalissima e perfetta per questo mese ricco di ciliegie! Grazie!
un caro saluto!
unospicchiodimelone!
Ciao Irene, grazie per le parole spese. Spero di rivederti presto. Un caro saluto a te
Debora tu raccontavi delle mille cucine e una notte e io pensavo che usando passerai nella mia, e non nelle vesti della geometre ssa dell’ikea ma in quelle dell’amica massaia con l’occhio dell’architetto, chissà quante cose noterai!!!a parte i peperoni secchi di cui già sai 😂 Non vedo l’ora che questo accada, il più presto possibile!
Cara amica mia, credimi sono più “”preoccupata”” e con l’ansia da prestazione io per il prossimo giovedì; chè non vorrei proprio deludere l’amica spadellante capace di friggere il tuorlo di un uovo. Ma poi ripenso al tuo sorriso e già mi pregusto la serata che finirà con tante chiacchere, molte risate e svariati bicchieri di vino! E credimi, anch’io, non vedo l’ora!!
Una vita davvero avventurosa, non c’è che dire! La gallette però non è affatto strana, sembra una delizia vera.
Se passi di qui te ne offro volentieri una fetta, appena sfornata….
Ti abbraccio