Non è la tentazione che è forte, sono io che sono debole.
(Charles Eugene de Foucauld)
La teoria delle tre P
Ognuno di noi è fatto di debolezze. Le mie debolezze sono tre P. Tre debolezze per le quali difficilmente riesco a mantenere una lucidità ed un distacco assennato. E ahimè tutto questo si vede nella morbidezza di quella singola taglia in più che dopo anni di leggiadra spensieratezza mi si è cucita addosso. Ma francamente non posso farci nulla. Sono arrivata a quel punto della vita e dell’età in cui, i sacrifici e i digiuni sono da prendersi in considerazione solo se strettamente necessari alla salute.
Qualche ruga e qualche capello bianco già da tempo accompagnano le mutazioni del mio corpo e quelle della mia mente inducendomi a cercare di mantenere un sano equilibrio tra desideri/debolezze e divieti. Così mi accorgo che certe rinunce hanno ceduto il passo ad altre priorità e che tali priorità non risiedono più in quella taglia persa o nel mio giro vita, ma nel beneficio emotivo che qualche concessione in più in termini di P riesce a regalarmi.
Una dieta al rovescio
A volte però mi ritrovo a fare pensieri strani. Immagino e fantastico di un mondo che funzioni esattamente al rovescio di quello che conosciamo, dove gusto e sapore siano compagni inseparabili di leggerezza e benessere. Immaginate che bello se una fetta di torta al cioccolato non avesse controindicazioni e se invece il tofu fosse dannoso alla salute.
(Piccola digressione sul tofu – dovete ammetterlo il tofu non sa di niente, è immangiabile, senza colore, senza sapore. Insomma qualcuno doveva pur dirlo, il tofu per me è una cagata pazzesca!!)
Immaginate di poter gustare senza alcun pensiero un piatto di lasagne e di dover invece bandire dalla propria dieta la quinoa o i broccoli lessi (che poi a me piacciono pure) per via del loro ingestibile apporto calorico. Immaginate che bello se i carboidrati fossero necessari al nostro organismo come l’acqua, vitali come le vitamine, importanti come le fibre…. Le mie debolezze: il pane, la pasta e la pizza potrebbero diventare invece un punto di forza per mantenersi belli, sani e in forma. E si potrebbero mangiare supplì a volontà, zuccheri senza rimorsi a ogni ora del giorno, bere del buon vino senza sensi di colpa, annegare nudi davanti a un barattolo di nutella alto quanto noi …. Quanto sarebbe bello?
Boutade
Ok scherzo. Era tutta una boutade. O forse no?
Oggi siamo così tanto bombardati da immagini e contenuti sul cibo che diventa in realtà impossibile e difficile capire come è giusto muoversi e nutrirsi. Ma la verità è che nessuno di noi è uguale all’altro e che ogni organismo reagisce in maniera unica. Quindi oltre alla ragionevole e sana consapevolezza che una buona dieta dovrebbe in verità contenere tutto nelle giuste proporzioni, sarebbe bene che ognuno di noi si rivolgesse ad esperti e professionisti del settore prima di imbattersi in scelte e restrizioni magari non adatte al proprio organismo e al proprio modo di vivere. E forse potrebbe capitare di scorprire che in effetti una fetta di torta al cioccolato non è poi così dannosa come si pensa o capitare di magiare con leggerezza anche una fetta di focaccia, realizzata con farina e crusca d’avena Céréal.
Personalemte credo che non rinuncerò mai, fino a quando starò bene, ad una fetta di pane, un piatto di spaghetti o un morso di pizza. Ditemi che sono pazza, che un giorno me ne pentirò, ditemi che mi faranno ingrassare e metter su tanta ciccia, ditemi tutto quello che volete, io vi risponderò col sorriso, lo stesso che mi si stampa sul viso dopo averne mangiato.
INGREDIENTI dosi due focacce (teglia da 24/26 cm)
440 g di farina 0 per pizza
60 g di crusca d’avena Céréal
1/2 panetto di lievito di birra fresco (circa 13 g)
290 ml di acqua tiepida
10 g di sale
25 ml di olio extra vergine d’oliva
1 cucchiaino di zucchero
per il dressing
60 ml di olio extra vergine d’oliva
40 ml d’acqua
8 g di sale
sale grosso in fiocchi
Cominciate frullando la crusca d’avena in un mixer in modo da otterene una consistenza sottile quanto più vicina alla farina. Setacciate insieme la farina e la crusca e unitele in una ciotola capiente; unite lo zucchero, il sale e aggiungete a filo l’acqua leggermente intiepidita in cui avrete sciolto il lievito fresco. Unite anche l’olio e con l’aiuto di una paletta di legno, mescolate bene gli ingredienti tra loro. Dovrete semplicemente amalgamarli tra loro lasciando l’impasto morbido e leggermente appiccicoso. Ungete una ciotola con dell’olio e versateci dentro l’impasto, coprite con un panno pulito e lasciate riposare per 30 minuti. Prendete la teglia da forno, rivestitela di carta forno e spennellatela con un filo d’olio. Trasferite al centro l’impasto e lasciate riposare coperta per altri 30 minuti.
Nel frattempo prendete un barattolo che si chiuda bene, versateci all’interno gli ingredienti per il dressing e agitateli bene in modo da averli ben amalgamati. Tenete da parte. Trascorso il tempo, con le mani leggermente unte, distribuite l’impasto su tutta la teglia procedendo delicatamente dal centro verso l’esterno. Abbiate cura di distribuire l’impasto in maniera uniforme in modo da avere uno spessore uguale. A questo punto fatelo riposare per altri 30 minuti in un luogo caldo, come il forno spento ma con la lucina accesa. Praticate quindi degli incavi lungo tutta la focaccia e distribuitevi ben bene all’interno il dressing che avevate preparato. Coprite e lasciate riposare per un’ultima mezzora. Accendete il forno in modalità ventilata a 220°, quando la focaccia sarà pronta infornate e lasciate cuocere fino a doratura. Togliete dal forno e decorate con una spennellata d’olio e sale grosso in fiocchi.
[…] C’è chi come me tesseva le lodi di pane, pasta e pizza etichettandosi come una donna da tripla P e chi di rimando si definiva una PBLM (pane-burro-latte e miele). Di fatto i due modi di essere […]
Eccomiiiii!
Allora io sono una che ci mette un po’ ma poi arriva eh?
Un po’ perché è da quando ho visto questa foto su ig che penso di venire a vedere come è fatta (e vedi? Quel tocco di rustico della crusca mi chiama anche solo dall’immagine senza che io ne sapessi nulla), un po’ perché è un periodo che cerco come il PANE (ahahhh ;)) qualcuno che continui a scrivere sui blog, perché ecco, io sono fatta così, mi innamoro delle immagini ma ho bisogno di parole, e tante ❤️
PBLM: Pane Burro Latte Miele
Ecco i miei. E pensa che li metto spesso tutti insieme 😜
Io però sono convinta che facciano no bene ma stra bene, a seconda della felicità che proviamo quando li ingeriamo (d’altronde sono figlia di una donna che asserisce che mangiare burro previene le rughe, e in effetti vagliela a trovare una ruga a mia madre! 😅)
Baci baci baci buona domenica e viva le tre P 😉
Ecco la Ross del pane burro latte e miele: bello riceverti tra queste stanze!
Non ci crederai, ma per me tu sei sicuramente una donna da questi ingredienti, almeno quanto lo sono io da 3P.
Non avresti potuto definirti meglio. Che poi hanno tutti insieme quel tocco bohémienne che ritrovo in tutte le tue preparazioni e nei tuoi scatti (a proposito di immagini che parlano!….)
Sono ingredienti che saanno di casa, come te, e di leggerezza.
Ed io non posso che approvare, soprattutto quando riconosci il potere lenitivo e sacro santo del cibo e delle cose buone.
Ecco, vorrei ci fossero più donne in giro come te e la tua mamma!
Buona domenica a te e viva i blog 😉