Il romanticismo è quella fascinazione che trasforma la polvere della vita di ogni giorno in una nebbia dorata.
(Elinor Glyn)
Perchè tu sei una romàntica
E con questa affermazione ogni mia replica si rende futile. Quando io e la mia amica M. iniziamo le nostre lunghissime conversazioni fatte di vocali su whatsapp (e mi domando spesso a quel punto perchè? Perchè non proseguiamo romanticamente e direttamente al telefono?) finiamo sempre col chiuderle con questa ineluttabile constatazione. E a quel punto c’è poco da dire o da aggiungere: poichè è lei, tra le due, che ha inevitabilmente ragione. Per cercare di smentirla mi scopro a sfogliare l’enciclopedia Treccani, in cerca di un qualsiasi appiglio che mi dia lo strumento necessario per poterle ribattere qualcosa, ma finisco solo col leggere che: romàntico – con riferimento ai caratteri più appariscenti del Romanticismo vero e proprio – si dice di chi è o si mostra incline alle suggestioni del sentimento e della fantasia più che a una concezione razionale e pratica della vita, o di chi è o si mostra di carattere appassionato e malinconicamente sognante. E quindi, qui mi taccio: poche altre definizioni potrebbero descrivermi meglio.
Così finisco con l’ammettere a me stessa di essere una romantica e visionaria, in bilico tra pensieri e conoscenze da boomer e desideri tardo ottocenteschi. E dimostro di esserlo perfino quando con lei affrontiamo questioni legate al favoloso mondo dei social. Lei infatti che è certamente più savia e pratica di me cerca di spiegarmi il suo funzionamento, tra engagement, impression, followers, prova a mostrarmi come nutrire il mio feed, come interagire con la community o salvare le highlight. Io per tutta risposta le attacco pipponi immensi e lunghissimi su quanto sia ingiusto il rapporto non meritocratico tra numeri e contenuti, quanto non comprenda l’apparire costante di stories in cui tutto è Everything, everywhere, all at once, oppure su quanto detesti certe forme di sponsorizzazione. Insomma per farla breve, pur essendo coetanee, col mio romanticismo, io sembro sua nonna e lei mia nipote.
Eppure ci ascoltiamo a vicenda
Eppure ci ascoltiamo a vicenda. E il bello delle nostre conversazioni è che alla fine non hanno mai né un vero capo né una vera coda: si parte sempre da un discorso più o meno serio, per finire a discutere sui massimi sistemi attorno alle cose della vita e in questo, col mio romanticismo, forse son’io a trascinarla un po’. Così magari iniziamo col parlare di fotografia e di immagini e finiamo lontano a raccontare di rumori che evocano ricordi, di sogni, di speranze per il futuro e di empatia tra le persone. Confrontiamo i nostri caratteri e le nostre conoscenze, lei così sicura, sincera, lungimirante, io così fatua, vaga, sognatrice. Lei un po’ Elizabeth Bennet, io molto Don Chichotte. Vorrei darle torto sulla realtà che via via lucidamente mi descrive, ma non posso che ammirarla per la schiettezza con cui mi riporta coi piedi per terra. O per la pazienza con cui sopporta i miei sfoghi e le mie frustazioni da donna nata forse nel secolo sbagliato. Eppure ci ascoltiamo a vicenda.
Dialoghi e torte
Ad ogni modo, ogni nostro confronto è per me un tassello di consapevolezza in più, non solo sul mio romanticismo ormai assodato, ma su tutto quello che mi circonda e su tutto quello che i miei occhi altrimenti non riuscirebbero a vedere. E se dovessi raccontare di questi nostri dialoghi con una preparazione od una torta che ci rappresenti, credo proprio che questa Charlotte farebbe al caso mio. Dove ognuna ha una propria chiara identità – il cioccolato e le mele – l’impasto chiaro e l’impasto scuro – il sapore delicato e quello deciso, ma insieme, con ogni nostro singolo grammo, contribuiamo a costruire qualcosa di buono, ben bilanciato, decisamente gustoso: una bella amicizia. Cara M. questa torta la dedico a te. Hai visto quanto sono romantica??!
RECIPE
(dosi per uno stampo a charlotte da 24 cm)
2 mele Pinova
3 uova medie
200 g di zucchero
160 ml di olio di semi
250 g di farina 00
16 g di lievito istantaneo
un pizzico di sale
1/2 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
In un mixer frullate le mele sbucciate e tagliate a cubetti con l’olio fino ad ottenere una crema liscia e senza grumi. In un’altra ciotola montate con le fruste elettriche le uova a temperatura ambiente con lo zucchero, il sale, la cannella e la vaniglia, fino ad ottenere una composto chiaro e spumoso. Unite quindi le mele frullate con l’olio e continuate a lavorare il composto che dovrà risultare liscio e senza grumi. Aggiungete la farina e il lievito setacciati, amalgamate l’impasto con una spatola di legno ottenendo un composto uniforme. Prelevate un terzo dell’impasto e unitevi 2/3 cucchiai di cacao amaro in polvere. Prendete uno stampo da charlotte, ungetelo e infarinatelo, poi iniziate distribuendo a raggiera metà del composto al cacao. Unite a seguire il composto chiaro, poi di nuovo a terminare quello al cioccolato. Mescoalte con uno stuzzicadenti i due impasti colorati. Distribuite bene nello stampo, date qualche colpetto per eliminare possibili bolle d’aria e fate cuocere in forno pre riscaldato a 180° per circa 45 minuti.
Sfornate la charlotte quando sarà pronta (fate la prova dello stecchino), lasciatela completamente intiepidire e poi sformatela su un piatto da portata decorando prima di servire con zucchero a velo.
Ma la bellezza di un post, creato e scritto con il cuore, batte tutto. La ricetta è deliziosa e le foto che accompagnano le tue riflessioni pura poesia. Grazie.
Laura
Laura ma che onore e che bello averti qui!! Eh oddio quanti tuoi post mi sono persa….Hai ricominciato alla grande ed io devo assolutamente rifare le tue ricette!!