BRIOCHE ALLO YOGURT

“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” […]
Italo Calvino
Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio.
1988
Parole belle, che sembrano troppo lievi, ma arrivano fino a giù nel profondo dell’anima, come attirate da una forza di gravità più prepotente del peso. Parole che rispecchiano uno stato d’animo e l’arrivo della stagione calda, quando al lento abbandono degli abiti pesanti si accompagna il desiderio di librarsi, la voglia di diventare eterei e volare via.
Pensare con leggerezza per riuscire ad esserlo.

Il sole si fa caldo e anche il cielo abbandona il suo cappotto grigio per vestirsi di blu. Sale impellente il desiderio di giornate limpide, luminose, piene di spensieratezza: una casa in campagna e gli schiamazzi dei bimbi che giocano a bagnarsi con la pompa dell’acqua; un giardino verde con una lunga candida fila di lenzuola bianche stese al vento; il richiamo di un gabbiano sul cippo di un molo. L’aria tiepida della sera con la sua luce rosa che indugia ad andarsene; vecchie persiane logorate dalla salsedine spalancate sulle onde; le prime orme sulla battigia. I piedi, finalmente scalzi. Una sciarpa al collo smossa dal vento; i pasti frugali, veloci per poi scappare a fare il bagno.
Pensieri leggeri che aiutano a sentirsi lievi.
Non avere crucci, se non di leggiadrìa: sdraiarsi all’aperto e inseguire il disegno di una nuvola, increspare la pelle del viso solo per ridere di gusto; guardare oltre le cose, con dolcezza; lasciarsi trasportare via dalle situazioni; sognare a tempo di musica. Il cotone gualcito, il lino sulla pelle, tanti vasi di vetro ricolmi di peonie e ranuncoli bianchi.
Planare sulle cose dall’alto.
Imparare a farlo con la giusta dose di ironia, anche quando è più difficile farlo. Lasciarsi alle spalle le lancette del tempo e concedersene tanto, e poi altro ancora. Rincorrere un desiderio anche dopo che lo si è ottenuto. Chiudere gli occhi e immaginare qualcosa di buono: come questa brioche, soffice, leggera da gustare a colazione, o merenda, con pigrissima lentezza.
RECIPE
(dosi per circa 8/10 brioche)
ricetta rivisitata della Brioche per i pigri di Sabrine D’aubergine, dal libro “Fragole a Merenda”
450 g di farina 00
2 uova
60 g di zucchero
50 g di burro a temperatura ambiente
3.5 g di lievito di birra disidratato
125 g di yogurt bianco
60 ml di acqua tiepida
1 pizzico di sale
il succo di mezzo limone bio
In una ciotola versate la farina setacciata, il pizzico di sale e disponetela a fontana. Fate sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida e lasciate da parte. Unite lo zucchero, le uova e il succo del limone filtrato in una scodella e con le fruste montate in tutto per qualche minuto facendo incorporare più aria possibile. Sciogliete il burro e lasciate raffreddare completamente. Versate nella fontana di farina prima il composto di uova e zucchero, poi il burro e infine l’acqua con il lievito sciolto. Iniziate a impastare con un cucchiaio di legno fino a quando non avrete ottenuto un composto morbido e un po’ appiccicoso. E’ un impasto che non richiede grandi lavorazioni, quindi possono bastare anche 10 minuti. Siggillate la ciotola con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio. Appena fatto, sgonfiate l’impasto e dividetelo in 8 porzioni. Lavorate ciascuna di essa su un piano di lavoro leggermente infarinato, poi dividetela in due e aiutandovi con le mani formate due cordoncini; unite le due estremità e attorcigliate fra di loro come a voler formare una treccia, muovendo l’impasto a cerchio e richiudendolo su se stesso. Nella ricetta originale per aiutare l’impasto a lievitare bene in questa seconda fase, Sabrine suggerisce di inserirlo in una busta di quelle per il cambio di stagione dopo averci gonfiato dentro. Il concetto è che l’impasto lievita meglio in luoghi caldi e umidi. Per questo io ho disposto le otto brioche ottenute su un foglio di carta forno sulla leccarda e le ho ricoperte con un panno. Poi invece della busta (scomoda per otto singole porzioni) ho acceso il forno, l’ho fatto scaldare per pochi minuti a 50 gradi, l’ho spento e quando toccandolo con la mano mi sono accorta che era tiepido e umido, vi ho inserito dentro le brioche a riposare. Dopo un’ora saranno raddoppiate nuovamente. Spennellate la superficie con un po’ di uovo e fate cuocere in forno preriscaldato a 180° fino a doratura. Fate raffreddare e spolverate con zucchero a velo o granella bianca.

10 Comments

  1. mimma 28 Aprile 2016

    Dovrei fissarmela bene in testa questa frase! Soprattutto riguardo al lavoro. A volte, non dormo la notte perché penso alle cose che ho da fare e alle cose che non riesco a finire in ufficio per motivi di tempo . E invece mi piacerebbe vedere le cose con più leggerezza …così…planando dall’alto, perché in fondo l’importante è, quando torno a casa, che ho sempre lavorato con coscienza e che arrivare primi, secondi o terzi è lo stesso per chi la la coscienza a posto! Ti rubo una fetta di questa magnifica brioche e intanto do un’occhiata ad altre spettacolari tue creazioni che mi sono persa 😘
    Mimma

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    • debora 28 Aprile 2016

      Mimma carissima, sapessi quanto ti capisco!! Anch’io mi trascino dietro molto spesso la pesantezza di una vita troppo frenetica e incasinata in cui non si riesce a “”staccare la spina””…salvo poi regalarmi piccoli spazi come questo in cui tutto sembra finire in un’altra dimensione, più umana e confortevole e credo che tu possa comprendermi bene…Ad ogni modo è sempre un’onore per me, accoglierti tra queste pagine. Grazie di cuore

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  2. donatella 27 Aprile 2016

    Devo assolutamente memorizzare questo post e passare di qua a leggerlo ogni volta che il mio cuore e la mia mente sentono il bisogno di leggerezza e spensieratezza. E credimi, spesso ce n’è bisogno…
    E’ sempre bello venire a trovarti; qui da te tutto mi fa pensare solo a cose belle, a cominciare da quello che scrivi, da come lo scrivi…e poi lo sai, le tue foto quelle si che mi fanno volare, lo so che mi ripeto, ma che ci posso fare? Se penso che sono magnifiche io te lo dico! Le brioche visto che sono per i pigri sono perfette per me 🙂 devo provarle! Le tue fanno venire voglia di essere mangiate all’istante
    Un forte abbraccio mia cara
    Donatella

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    • debora 28 Aprile 2016

      Donatella le tua parole spiegano le ali del mio cuore. So che sei sincera e ne gioisco, e ancor di più perchè ti conosco e perchè ogni volta che mi affaccio da te, trovo che l’atmosfera che si respira sia un bellissimo esempio di “”leggerezza”” e poesia…Ti abbraccio forte anch’io e spero che avremo presto modo di
      incontrarci

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  3. sandra pilacchi 27 Aprile 2016

    parto dalle foto: evocative, leggere, soffici come la brioche, romantiche … e con questo si è capito che mi piacciono assai.
    le brioche? potrei assaggiarle e divorarle tutte
    le parole? vengo da un periodo che di macigni sul cuore ne ho quanti ne vuoi, li posso regalare… non li vuole nessuno però. sono qua che cerco di togliermeli, io sono una a cui è sempre piaciuto planare ma a volte ci sono cose che ti travolgono e devi per forza PIGLIARTELI questi macigni… ma piano piano li mollo, comincio a mollarli e ricomincio a planare… la vita svolta, quando meno te lo aspetti, nel bene e nel male, è cosa nota a tutti.leggere i tuoi post comunque alleggerisce l’anima, mi ripeto lo so, ma le cose belle vanno sottolineate, sempre. un abbraccio màdame, un abbraccio grosso
    Sandra

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    • debora 27 Aprile 2016

      Cara Sandra, leggendo le tue parole mi son detta ch’io questi i tuoi pesi li condividerei volentieri e senza alcuna fatica…E questo credo sia il senso profondo dell’affrotare le cose con leggerezza. Non sminuirle o toglier loro la dignità per quelle che sono, ma guardarle da prospettive diverse per scoprire le risorse in più e poterle poi affrontare al meglio. Trovare sempre la voglia di ridere, e riderci sopra, anche solo per quei pochi secondi, quelli che bastano a distendere il viso, a dimenticare per qualche attimo. E aver fiducia, come dici tu nelle svolte, soprattutto quando queste conducono a persone speciali, come te, con le quali è subito empatia…

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  4. Valentina 26 Aprile 2016

    Il mio concetto di leggerezza è proprio questo.. pensieri lievi, nessun macigno sul cuore.. E poi luce, dolcezza, peonie e ranuncoli. In una parola, bellezza. Quella che trovo sempre qui 🙂 Questa brioche deve essere deliziosa, morbida morbida! Grazie per esserci, ti stringo forte <3

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    • debora 26 Aprile 2016

      Grazie a te Valentina e auguri ancora per il quarto anniversario di un blog pieno d’incanto

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  5. laura 26 Aprile 2016

    Mammamia la lezione della ‘leggerezza’ è stata mio manifesto così a lungo che credo di aver imparato a volare sulle cose 🙂 delle volte forse pure troppo!Mi piace la tua brioche, io le adoro e adoro anche Sabrine che ha fatto della ‘leggerezza’ un bel modo di dedicarsi al blog. Mi fa piacere che tutto questo piaccia anche a te 🙂

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    • debora 26 Aprile 2016

      Cara Laura, la lista delle cose in comune sta diventando interminabile 😉 Calvino è
      uno dei miei autori preferiti e Sabrine … c’est vrai, c’est adorable!
      E credimi che non scherzo quando dico che anche il tuo blog si è piazzato ben in cima alla lista delle mie preferenze; non foss’altro per l’interpretazione che voi gamberi fate della leggerezza..

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